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Intervista ad Ambra Mattioli: la musica che trascende il tempo

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Intervista ad Ambra Mattioli: la musica che trascende il tempo

Al giorno d’oggi i personaggi dotati di una certa rilevanza in ambito musicale sono indubbiamente moltissimi e caratterizzati dagli stili e dalle tecniche più differenti. In un mercato ormai così poliedrico e competitivo, chi riesce ad emergere è chi si distingue per la passione, per il talento, ma anche e soprattutto per la capacità di trasmettere emozioni al proprio pubblico. Quando questa dote rara si fonde con una conoscenza elevata e intima degli artisti più importanti del passato, ecco che si generano figure di prestigio come la nota Ambra Mattioli, nata a Roma e tuttora frontwoman del gruppo Aladdin Insane.

ambra mattioli

Ambra è nota per la sua abile interpretazione, non solo vocale ma anche fisica e gestuale, di uno dei cantanti più amati della storia della musica: il leggendario David Bowie. Per comprendere però la profondità del mondo di Ambra Mattioli occorrerebbero ben più di alcune righe, ma si è cercato, recentemente, di scoprire qualcosa di più su questa artista di pregiatissima qualità tramite un’intervista, divenuta poi una conversazione amichevole grazie all’affabilità dimostrata da Ambra. I contenuti di questo momento di confronto sono di seguito trasfusi in quella che si spera possa essere una gradita lettura conoscitiva.

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La prima cosa che Ambra ha voluto sottolineare fin dalle prime battute del confronto è stato l’apprezzamento e l’affetto che prova verso la gratitudine dimostrata dai suoi fan, che trovano in lei un modo per vivere l’esperienza dei pezzi di Bowie che, come nel caso di Blackstar, sono purtroppo rimasti “orfani” a causa della prematura scomparsa dell’artista. Ambra premette sempre però di fare attenzione a non “confondere il dito con la luna“, tanto è il rispetto per Bowie. La cantante si pone dunque come obiettivo quello di diffondere l’arte del Duca Bianco rimasta “senza padre”, nonostante sia certamente stato complesso nel tempo riuscire a trovare degli artisti con cui mettere in scena lavori così strutturati, dove “la voce è elaboratissima e tutto è perfetto“.

A seguito di una iniziale e complessa ricerca, Ambra Mattioli racconta la fortuna di aver incontrato personaggi come Marco Di Nicolantonio, il primo di una lista di artisti con cui poi si è creata una sinergia importante, Francesco Infarinato, Tommaso Tella, Lorenzo Perracino, Luciano Fubelli. Grazie a loro ha iniziato a lavorare per portare in scena l’opera di Blackstar. Il percorso di Ambra non era però terminato, dato che la soddisfazione della cantante non era piena, non era contenta di sé né della sua interpretazione. Per fortuna poi, come in una delle storie più belle, Ambra inizia a “sognare” David Bowie, con cui inizia una serie di conversazioni oniriche in cui il leggendario cantante cerca di trasfonderle le tecniche migliori per interpretare Blackstar. Si tratta certamente di un momento di estro artistico e del frutto di una riflessione e meditazione elevata della cantante, che ha negli anni davvero cercato di arrivare all’essenza dell’arte di questo mito della musica. Serve però un incidente che le causa una costola rotta per trovare il “filo di voce” adatto per mettere in scena l’ultimo lavoro di Bowie, pensato nel momento finale della sua vita, ormai prossima alla fine per il cancro. Secondo Ambra si tratta infatti di un “mantra di una persona che sta morendo e vuole lasciare un messaggio a coloro che l’ascoltano“.

Ambra ricorda anche le sue esperienze di maggio a Bordeaux, dove ha avuto l’occasione di fare un cover concert Blackstar Live Full Album in onore di Bowie, poiché la bravura dell’artista italiana ha ovviamente colpito il celebre regista Renaud Cojo che si è occupato della predisposizione dell’evento a La Salle Des Fêtes Bordeaux Grand-Parc. L’intervistata sottolinea però subito che “non esistono tributi ufficiali di Bowie, poiché lui non ha mai dato l’ufficialità a nessuno“. Si tratta in questo caso di un riconoscimento “plebiscitario“, dato dai fan, che non possono che ammirare la frontwoman di questo gruppo musicale tutto italiano eppure capace di dare così tanta vita a un cantante così complesso come David Bowie. Il progetto di Bordeaux è stato certamente uno dei passaggi chiave per trasmettere in ambito internazionale la tecnica e la passione di Ambra.

La cantante procede poi narrando la storia della nascita di Blackstar, l’ultima opera legata al tema delle stelle, per cui Bowie ha dovuto cercare un team di artisti e musicisti ad hoc. Si tratta di un brano interrotto da “break dovuti all’intervallarsi della malattia“, con lyrics talvolta apparentemente contrastanti ma in realtà piene di energia e di vera personalità dell’artista, che ormai era solito “parlare a cipolla“, in un modo tale che solo chi, come Ambra, è caduto nella “stella nera di Bowie” può riuscire a comprendere fin da subito. In tanti quindi prendono la cantante come un punto di riferimento, come un vate solitario che continua a dare luce a un astro che di per sé rifulgerebbe già come una vera e propria stella.

Si è parlato poi della vita sui social media, su cui Ambra ha un enorme successo e dove riesce a conversare felicemente con i propri fan, condividendo commenti e informazioni, ma dove talvolta compaiono anche alcuni sporadici haters, di cui l’artista ricorda che “su 18, 5 li conosco”, mostrando di nuovo la sua grinta e la sua forte ironia.

Ambra conferma di non aver mai parlato dal vivo con Bowie, ma di continuare ora a “condividere” con lui momenti di intima comunicazione a livello di riflessione profonda, quasi onirica, sebbene sia certamente conscia che ciò sia frutto della propria enorme passione e del grande rispetto per il celebre cantante. Talvolta però, quando Bowie era ancora in vita, afferma di aver fatto addirittura anche talune critiche ad alcuni brani; critiche che furono lette e poi apparentemente accolte da Bowie. Ricordando un episodio in particolare, Ambra ricorda che Bowie cambiò un bridge di Mike Garson, non in linea con la qualità del resto del brano e puntualmente commentato da Ambra. Vi era quindi una sintonia tra Ambra e Bowie, che leggeva evidentemente i commenti della cantante, ma che non ha mai comunicato né aperto alcun dialogo diretto con lei, rimanendo velato nella sua tipica personalità avulsa dal contesto circostante.

La ricerca dell’anima più intima di David Bowie è una missione a cui Ambra e gli Aladdin Insane non rinunciano, tanto che nell’intervista la cantante ricorda addirittura l’aneddoto di una celebre frase scritta da Bowie su uno dei testi di Blackstar: “dove ca**o è andato quel lunedì?“, poiché l’artista era certo infatti che sarebbe morto di domenica. L’eclettismo del personaggio è evidente e certamente Ambra mostra, anche nell’emozione della voce durante queste affermazioni, una forza incredibile nel perfezionismo della sua ricerca. I suoi “sogni”, avvenuti in concomitanza a quella che per Ambra è stata la “morte assistita” di Bowie, sono divenuti poi la fonte delle opere che è riuscita a mettere in musica. È riuscita a mettere in luce aspetti della fine prematura dell’artista, che è stato, secondo lei, “regista della sua morte“, ma che ha anche lavorato su Blackstar per ben più di un solo anno.

Ambra Mattioli canta per amore della musica del Duca Bianco, canta per portare avanti il progetto di Blackstar, un progetto difficile, complesso, ben distante da altre opere come Life on Mars, più note al pubblico. Lei però non si fa intimorire, continua a inserirsi in un ambiente certamente difficile, ma indubbiamente fertile per chi ha dimostrato una tale passione per la musica e per la verità più profonda e intima di artisti emblematici e criptici come Bowie. Tutti i membri del suo team a cui Ambra domanda perché abbiano deciso di intraprendere queste avventure musicali così complesse con lei, rispondono semplicemente così: “Perché tu sei Ambra Mattioli“. Queste poche semplici parole simbolizzano perfettamente la trasformazione trascendentale che Ambra affronta sul palco, dove diventa, secondo un noto fotografo con cui Ambra ha collaborato, un “David Bowie incarnato“.

Per quel fotografo, ultima menzione dell’intervista, Ambra ha cantato, ha cantato trasformandosi, è “successo qualcosa“: ha lasciato sé stessa e ha incontrato l’ispirazione, come avviene sul palco davanti al suo pubblico, dove David Bowie torna ad esibirsi, dove la sua musica torna a vivere, ad ispirare e a far brillare le menti.

L’intervista con Ambra Mattioli è stata una rara opportunità di conversazione con un’artista poliedrica, eccezionale, capace eppure estremamente umile, conscia di sé stessa e innamorata della musica e di chi l’ascolta.

Seguire Ambra sui suoi canali social media, nelle sue avventure, è certamente consigliato.